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Immagine del redattoreSamantha Errani

E con chi altro dovrebbe voler stare?

Aggiornamento: 14 apr 2022


Il bambino passa i primi 9 mesi della sua esistenza a strettissimo contatto con la sua mamma, all’interno dell’utero. Percepisce ogni suo movimento, ogni battito del suo cuore, ogni rumore interno. Ed improvvisamente la nascita lo catapulta in un ambiente estremamente più confusionario. Luci e rumori intensi, niente più odore della sua mamma, niente più sapore del liquido amniotico. Naturale pensare che a questo punto il bimbo non cerchi altro che la mamma.

E questo non per qualche settimana, ma per diversi anni. Inizialmente il bambino conosce solo la sua mamma, il suo porto sicuro, la sua fonte di nutrimento, calore e sicurezza. E la ricerca. Sempre. Si parla di accudimento ad alto contatto, che prevede l’allattamento a richiesta, la fascia o il marsupio come occasione di contatto, l’autosvezzamento e la condivisione notturna della camera dei genitori. Chi di voi pratica già questo tipo di accudimento si sarà sicuramente sentito dire frasi come “Ma così lo vizi!”, “Trattalo così e non si separerà mai da te!”.

Tutto il contrario!


L’accudimento ad alto contatto permette di accogliere e assecondare i bisogni del neonato e del bambino e rispetta le sue esigenze naturali e fisiologiche, permettendogli uno sviluppo armonioso. Il primo a parlare di teoria dell’attaccamento è stato lo psicologo britannico John Bowlby, negli anni del secondo dopoguerra. Secondo questa teoria un bambino cresciuto a stretto contatto con i genitori ha una probabilità molto più elevata di diventare un adulto autonomo e sicuro di sè, proprio perché già dagli anni della primissima infanzia ha imparato a chiedere aiuto nei momenti di bisogno e a ricevere una risposta di accudimento. In caso contrario il bambino vivrà i primi anni della sua vita in un ambiente molto stressante che gli insegnerà quanto sia inutile o controproducente chiedere aiuto.



Il bambino può cominciare a pensare di non essere amato abbastanza dai suoi genitori (in quanto tendono a non rispondere ai suoi bisogni) o di non essere importante abbastanza da dover essere accudito. Questo con il tempo porta alla formazione di adulti poco sicuri di sè, con una bassa autostima e una bassa capacità di far fronte alle situazioni stressanti. Da qui capiamo come l’accudimento ad alto contatto sia un importante investimento emotivo per la salute futura dei nostri bambini. Ma bisogna anche dire che è estremamente faticoso!

Essere genitori è probabilmente il mestiere più difficile e stressante che ci sia. Porta con sè tante gioie ma sicuramente anche tante responsabilità e tanti sacrifici. Leggete tanto, documentatevi sulle esigenze e sulla fisiologia del bambino. E cercate la vostra routine.


Riposate quando il vostro bambino riposate, promuovete il sonno ad alto contatto (purchè in sicurezza) e coinvolgete i bambini nelle vostre attività quotidiane. Fate ciò che vi piace insieme ai vostri bambini. Le giornate difficili ci saranno. Cercate di ricordarvi che passeranno. I vostri bimbi cresceranno. E arriverà il giorno in cui sarete voi ad aver bisogno di un loro abbraccio.



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