Quando si parla di svezzamento, o meglio ancora di alimentazione complementare, non si possono seguire schemi e tabelle rigide per il semplice fatto che ogni bambino è a sè.
Devono essere rispettati i punti cardine della fisiologia che sono uguali per tutti, dopodichè si segue il bambino.
Autosvezzamento significa semplicemente offrire al bambino ciò che mangia la famiglia, seguendo i tagli sicuri.
Se la famiglia mangia i fusilli al ragù li mangerà anche il bambino.
Se la famiglia mangia la vellutata di zucca la mangia anche il bambino.
Non è vero che in autosvezzamento vanno offerti solo i pezzi e non è vero che se, ogni tanto il bambino vuole farsi imboccare, non si tratta di autosvezzamento.
In realtà al momento dell’introduzione di cibo solido il lattante ha bisogno di abituarsi a tutti i tipi di consistenze.
Dovrà quindi conoscere il pezzo, la consistenza pastosa, quella semiliquida in modo da imparare a gestirle tutte il prima possibile.
La modalità la si sceglie in base al comportamento del bambino a tavola.
Accetta di essere imboccato?
Lo si imbocca quando si offrono yogurt o vellutate.
Vuole provare da solo con il cucchiaio?
Lo si lascia provare.
Non accetta di essere imboccato?
Si prepara a pezzi in modo che possa fare da solo.
A 9 mesi vuole ancora tanto latte e poco cibo?
Si lascia che si autoregoli senza forzature.
Insomma non ci sono regole ferree o cose che i bambini devono fare.
Lo svezzamento dovrebbe essere un processo assolutamente fisiologico e sereno,
sia per il bambino che per la famiglia.
E’ importante quindi informarsi su ciò che è davvero importante e che permette di
preservare la salute e la sicurezza del bambino.
Tutto il resto dipende da voi e dal vostro cucciolo!
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