La vaccinazione contro il COVID è ancora un argomento molto scottante e i timori sono tanti.
Ed è sempre un argomento difficile da trattare per la facilità con cui si scatenano polemiche sterili.

Credo però che sia importante parlare con i dati alla mano e oggi vi riporti i risultati dell’ultimo report di farmacosorveglianza dell’AIFA.
Questo report, che ha analizzato i dati ricevuti tra il 27/12/2020 e il 26/06/2021, riporta 76.206 segnalazioni di eventi avversi su un totale di oltre 49 milioni di somministrazioni (circa 154 ogni 100mila dosi).
Numeri importanti, che potrebbero anche far preoccupare se non si andasse in fondo alla questione.
In realtà l’87,9% delle segnalazioni si riferisce ad eventi avversi non gravi (febbre, indolenzimento al braccio, stanchezza, dolori muscolari, brividi e nausea) che si sono risolti senza conseguenze entro le 48 ore dalla somministrazione.
L’11,9% del totale invece corrispondono a segnalazione di evento avverso grave, con un quadro di sindrome simil-influenzale e sintomatologia più intensa.
I casi di decesso la cui causalità è correlabile alla vaccinazione sono 7 (14 in totale dall’inizio della campagna vaccinale) e sono tutti rappresentati da pazienti fragili o in cura con farmaci immunoppressivi.
Certo, il rischio è presente.
Dobbiamo però paragonarlo al rischio di morte per COVID.
14 morti a seguito della vaccinazione contro i 130mila decessi a seguito della malattia.
Come sempre ciò che dobbiamo temere è la malattia e non il vaccino.

Stesso discorso per gravidanza e allattamento.
I dati che possediamo non hanno mostrato rischi nè per la donna nè per il bambino.
Sappiamo invece che la malattia da COVID in gravidanza può essere pericolosa, con un rischio più che raddoppiato di ricovero in terapia intensiva e ventilazione meccanica nella donna e possibilità di permanenza in reparti di terapia intensiva neonatale per il bambino.
Il vaccino è quindi considerato compatibile con la gravidanza e l’allattamento, non esiste nessun meccanismo biologico per cui i componenti del vaccino possano arrivare al feto o al bambino tramite il latte.
C’è invece la possibilità che la madre vaccinata fornisca anticorpi al bambino (attraverso la placenta o il latte materno) proteggendolo quindi indirettamente dal COVID.


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